Le vibrazioni dell’Io
Al di là dell’intrinseco valore artistico dell’evento, l’Affordable Art Fair di Seoul ha rappresentato per Claudia Artuso una straordinario stimolo creativo, un’occasione per mettersi in gioco e che l’ha portata a dar vita ad otto splendide tele.
Caratterizzati come sempre dal suo stile unico e raffinato, i nuovi lavori dell’artista disvelano sicuramente una rinnovata maturità tematica accompagnata per certi aspetti da un’approccio ancora più “intimo” e concettuale.
Visti i numerosi apprezzamenti e domande ricevute durante la fiera (e soprattutto tramite i social network), la pittrice pontina ha pensato di condividere attraverso un’intervista questa sua esperienza, un modo diretto ed al contempo decisamente originale per raccontarci di se ma soprattutto dei suoi quadri.
Ringraziamo per la disponibilità e per i vivaci quesiti il blogger Alessandro Taliente, giovane creativo che dal 2012 gestisce un suo portale dedicato alla promozione dell’arte e dell’artigianato.
Salve Claudia, partiamo subito dalla prima domanda, quella che di sicuro incuriosice di più i tuoi lettori. Rispetto ai temi ed ai soggetti a cui ci hai abituati in questi anni la tua ultima produzione rappresenta una vera novità. Come potresti definirlo? Punto di rottura, svolta o evoluzione naturale di un’artista?
Credo che la creatività non debba avere limiti sia soggettivi che oggettivi. Evoluzione e rottura fanno parte del percorso di vita.
Nelle tue tele ci hai sempre mostrato la natura, i suoi colori, il mondo esteriore che ti circonda. E’corretto dire che in questa fase stai esplorando la natura umana ed il mondo interiore dell’individuo?
Amo la natura perchè capace di suscitare sensazioni indescrivibili così come mi appassiona l’interiorità di ogni individuo e mi da gioia, descrivere, rappresentare con il colore le emozioni.
Cosa ti ha guidato nelle scelta delle cromie per queste tele? E’stata una scelta studiata o influenzata maggiormente dalle sensazioni del momento?
La mia pittura informale è in genere molto istintiva. La scelta del colore non la definirei proprio studiata. La scelta delle tonalità dei colori è per me così naturale che la definirei proprio passionale. Mi intriga moltisssimo l’odore dei colori, l’ intensità, la pastosità. Trovo strepitoso ammalgamare colori su una tela regalarndogli un senso.
Le tele di questa serie sono state esposte a Seoul in Corea. Sono state create tutte appositamente per l’evento e per quel tipo di pubblico?
Tutte le otto tele sono state create appositamente per l’evento ma solo alcune di esse le ho pensate immaginando questo Pese e la sua popolazione.
Considerate anche le diversità culturali che differenze pensi ci siano tra un pubblico diciamo “occidentale” e quello “orientale”?
Gli occidentali tendono ad esaltare l’individuo singolo, e forse ciò causa molta sofferenza stress, insoddisfazione, chiusura in se stessi. Gli orientali cercano di vivere in armonia con gli altri e con la natura, insistendo sulla transitorietà e insignificanza della vita umana.
Pensi che un tipo di arte più concettuale sia maggiormente apprezzata in Oriente dove esiste una visione dell’inviduo e del mondo più spirituale e meno materialistica?
Forse si.