Recensione del Critico d’Arte Franco Borretti
Claudia Artuso ormai da tempo persegue l’impegno della ricerca e quindi sperimenta una sua congenialità creativa tutta particolare, non legata ad alcun filone scontato.
Nell’estrinsecarsi si addentra in un mondo dell’espressione legato ad una concettualità e realtà suggestionale. Nel suo percorso osserva, intuisce e spazia le strutture dei suoi lavori, collegando il reale all’immaginario. La sua sintesi è da ricercare nell’enigmatico mondo percettivo di sua appartenenza – un mondo che viene affidato da lei alla luce – due elementi che risultano essere i protagonisti a tutto campo del suo operare.
Sovente l’irreale equilibrio della sua impostazione pittorica, si compenetra senza esitazioni, nella concettualità del reale. Il ruolo del colore per lei è di prima battuta e riveste una funzione fondamentale nell’insiemistica, nella quale linee e masse, generano lo sviluppo del suo spiccato linguaggio a livello sublimale.
L’Artuso determina la propria dinamica espressiva, configurando il prodotto di una dimensione eloquente, che la conduce ad elaborare emozioni tramite idee, concetti e sensazione di grande complessità intiutiva, sperimentando nel contempo una coerente e sistematica sintesi legata ad una potenzialità tecnologica, attraverso la quale vede la Artuso, la protagonista di una indagine visiva che evidenzia il rapporto tra l’oggetto e lo spazio di una azione creativa risolutiva.
I suoi lavori vivono trasformazioni e nel contempo la forza della sua impronta, si concretizza con l’immediatezza, che il più delle volte conquista il senso percettivo dell’interpretazione e dl movimento, che viene cesellata mediante una ponderata capacitò di scomporre l’osservazione visiva essenziale, mentre la rigorosa elaborazione di contenuti, rende vigore tattile a forme e volumi con definizioni molto forti.
In poche parole l’artista è carica del gusto legato ad una tutta sua indicativa espressione.
L’Artuso realizzando i suoi lavori, usa senza difficoltà un linguaggio di spiccata concretezza stilistica e di acuta introspezione.
Franco Borretti
Critico d’Arte